Intervento inizio seduta consiglio comunale del 4 maggio 2009
Rassegna Stampa
Documenti correlati
home/interventi/in
ricordo del cittadino Loriano Genovesi
IN RICORDO DEL CITTADINO LORIANO GENOVESI
La faccia curiosa e appassionata del piccolo Loriano Genovesi la ricordo da
sempre. Nelle assemblee della sua fabbrica, negli scioperi dei ferrovieri,
nelle partite di pallamano dei ragazzini di S. Ruffillo, in tante iniziative
per la tutela dell’ambiente nel Quartiere Savena.
Oggi non ricordiamo una persona molto nota ma un cittadino esemplare e
disinteressato. Impegnato, scrupoloso e disponibile, che nel suo Quartiere era
circondato dal rispetto e dall’affetto di tanti. Loriano si è spento ieri.
Dopo una malattia dolorosa e lunga. Una malattia professionale, contratta
nell’ex Officina Grande Riparazione, lo stabilimento FS di via Casarini.
La notizia della sua scomparsa, oggi, era nelle bacheche dell’OGR di Bologna.
Una delle fabbriche dell’amianto. Una fabbrica che, grazie alle lotte dei
delegati sindacali, dei lavoratori, degli oncologi e dello stesso Loriano, è
stata capofila nel riconoscimento della nocività di questa sostanza, messa
fuori legge alcuni anni fa.
Ma l’amianto ambientale diffuso è stato tanto, in tutti i reparti di quell’Officina.
Loriano Genovesi era in pensione dal 1999. Gli ultimi dieci anni li ha
impegnati nel sostenere i ragazzi della Pallamano Savena, costituita nel 2001.
Per questa società, che è una vera famiglia, Loriano era stato tante volte
volontario e accompagnatore nelle trasferte, nei tornei fuori regione e nei
camping in Croazia.
Il suo impegno più forte (che lo ha visto protagonista di assemblee, di
udienze conoscitive in Provincia e in Comune e di manifestazioni pubbliche)
andava ai problemi ambientali del Quartiere Savena, con le associazioni “Musa”
e con il comitato “via Toscana e dintorni”. Il nodo di Rastignano,
l’attraversamento delle strade da parte dei camion della TAV, la
cementificazione del canale Savena, l’utilizzo della stazione FS di S.
Ruffillo e la tutela della collina bolognese.
L’ultima volta che ha partecipato ad un’udienza conoscitiva, nel mese di
giugno 2008, non prese la parola. Era molto provato dalla malattia, dai
farmaci per combattere il dolore. Quando lo sentivamo al telefono, diceva che
avrebbe voluto vincere la sua battaglia. Ma l’amianto non perdona.
Si è spento nella sua casa, con l’assistenza dei medici dell’ANT e con la
moglie che gli è stata vicina fino alla fine.
Alla moglie e al figlio va il ricordo affettuoso dei suoi compagni di lavoro,
degli sportivi e del Consiglio Comunale di Bologna.
Serafino D’Onofrio