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intervento di inizio seduta in  consiglio comunale del 24 novembre 2008


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MINACCIOSI SEGNALI CONTRO IL COMMERCIO A BOLOGNA


La Confesercenti bolognese è apparsa irritata per la mia denuncia sulle ombre della Piazzola di lunedì scorso, paventando un generale danno d’immagine per il più importante mercato di Bologna.

Non intendo screditare nessuno ma parlo, con frequenza, con alcuni commercianti del Mercato, rendo note le informazioni ricevute, per iscritto, dopo la mia domanda di attualità del 14 novembre sulla situazione dei debiti in Piazzola e sulle rateizzazioni accordate, solo in alcuni casi, ad operatori commerciali.

L’assessore Bottoni ha confermato che esiste un debito di circa 600.000 euro (al 98% sanzioni amministrative e sanzioni della Polizia Municipale) da parte di soggetti con concessione di commercio ambulante, rilasciata dall’amministrazione comunale di Bologna e riferita esclusivamente a ruoli emessi dalla stessa. Sono esclusi i tributi Cosap.

Tra i contribuenti morosi risulta effettivamente iscritto a ruolo un ambulante debitore di oltre 50.000 euro per tributi/sanzioni di pertinenza dell’amministrazione del comune di Bologna. L’assessore ha scritto che “sul predetto soggetto la nostra società ha effettuato le seguenti attività cautelative/esecutive come previsto dalla normativa vigente, quali l’iscrizione di fermo”.

Il Comune, tuttora non consente ancora oggi alcuna rateizzazione, anche se “si è recentemente consentito ad un contribuente in momentanee e oggettive difficoltà economiche, destinatario di un atto collegato a verbali della GdF per gli anni 2001-2003, di provvedere al pagamento immediato di sanzioni ed interessi ed al versamento nei due mesi successivi (nov-dic/08) della sorte capitale”.

Credo, però, che se, nella stessa settimana e nella stessa città, si susseguono gravi ed inediti episodi di natura criminale contro l’ambiente del commercio, i motivi di allarme siano più che fondati.

• Lunedì 17 novembre in Consiglio Comunale ho denunciato il gesto disperato di un commerciante della Piazzola, bangladese e molto indebitato, in un mercato che ha avuto ed ha anche altri problemi poco chiari, su cui la Magistratura ha indagato.

• La notte del 19 novembre sono stati esplosi numerosi proiettili contro un negozio di abbigliamento, il cui titolare ha interessi anche nei locali da ballo.
• La notte del 20 novembre è stata incendiata la veranda di un noto ristorante di via Saffi.
• La notte del 22 novembre, in via Misa, un intimidazione incendiaria contro l’abitazione e l’auto di un operaio che lavora per una ditta di spedizioni.

In tale situazione grave, con i consiglieri Monteventi, Sconciaforni e Panzacchi, ho presentato una richiesta di udienza conoscitiva alla presidente Marri per ricevere dalla Prefettura, della Questura e della Guardia di Finanza di Bologna analisi dei fatti. Sapere se si tratti di una catena di gesti isolati o se temono il diffondersi di modalità di intimidazione e taglieggio, che dilagano in altre città. Un’udienza a cui far partecipare tutte le associazioni che tutelano gli imprenditori del commercio e dell’artigianato e le organizzazione sindacali dei dipendenti delle aziende di commercio ed artigiane.

Un contributo chiarificatore di legalità vera, dopo gli anni della legalità “chiacchierata” del nostro Sindaco.

Ed ecco un’altra perla di incapacità a bloccare una situazione veramente illegale che continua da troppo tempo. Il Comune di Bologna, nonostante ne sia informato da oltre 10 giorni, non ha messo in piedi nessun atto per bloccare un gravissimo caso di violazione della privacy di numerosi cittadini bolognesi bisognosi.

Persone che vedono pubblicate, su un sito genovese, le loro condizioni di disagio economico, gravi situazioni di disagio sociale e finanche i propri personalissimi e gravi malanni. Persone certificate e sostenute dai servizi Sociali.

Un assessore che si è dimesso 2 anni fa è andato via dal Comune, portando con sé un dossier di documenti riservati e personali di cittadini. Dati sensibili che, nonostante fossero stati esaminati dai membri della Commissione di indagine sulla casa, non erano mai stati pubblicati da nessuno. Dati che sono, invece, stati pubblicati su questo sito, dopo una manifestazione in cui hanno preso la parola l’ex assessore e il proprietario del sito.

Se l’ex assessore ha deciso di rifarsi una verginità politica sono affari suoi e di chi lo prende a mano. Ma che il Comune attenda non si sa cosa per produrre atti idonei a far cessare questa barbarie è gravissimo.

E’ ancora più grave che né il Sindaco di Bologna né un assessore intervenga denunciando la sottrazione di dati personali che riguardano cittadini in difficoltà.

Serafino D’Onofrio