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debiti d’oro di sacrati e le polisportive sociali, in tribunale
I DEBITI D’ORO DI SACRATI E LE POLISPORTIVE SOCIALI, IN TRIBUNALE
Al Paladozza ci sono di nuovo problemi di debiti da parte del Gestore. Ancora,
un privato che non paga il “pubblico”. L’imprenditore Sacrati si era accollato
l’oneroso debito dei precedenti presidenti della Fortitudo. Il canone annuo è
stato pagato. Ma, per il 2008, non sono state pagate le somme di cui la
Società è debitrice al Credito Sportivo. Tali somme (circa 6 miliardi di
euro), finalizzate alla realizzazione di interventi strutturali, rientrano in
un debito contratto dai precedenti Presidenti, di cui il Comune dei Bologna,
fideiussore, è garante. Da quando è subentrato Sacrati, nel Palazzetto dello
sport sono state realizzate solo opere di manutenzione ma rimangono da fare
altri interventi preventivati nella richiesta di prestito e per i quali la
Società si è impegnata con l’Amministrazione proprietaria dell’impianto.
Nell’aprile 2007, all’atto del subentro della gestione-Sacrati, denuncia la
grave situazione debitoria del suo predecessore, che amava non pagare al
Comune il canone d’affitto e che tralasciava anche le rate del mutuo con il
credito Sportivo.
Siamo punto e d’accapo, dopo un anno e mezzo. Il Comune deve rispondere per un
imprenditore che non mantiene o che non riesce a mantenere gli impegni. E si
sente parlare di sdoppiamenti della società, di piani di rientro, di
rinegoziazioni, da parte di una società di basket di élite, che gode di ricche
sponsorizzazioni, ospita concerti ed eventi spettacolari, amministra diritti
televisivi.
Parallelamente si sta concludendo, nel modo più triste, l’avventura di
un’altra società di basket. La squadra Polisportiva Acacis - Circolo Dozza ATC
ASD Sezione basket in carrozzina. Una sezione del Circolo da quasi 5 anni. Con
2 squadre: una di minibasket che partecipa al suo campionato con trasferte
anche in Centro Italia e quella dei più grandi che partecipa (dallo scorso
anno) al campionato di serie B. E’ comprensibile che i costi di tali attività
siano consistenti, per trasporto ed alloggio. Da circa tre anni, l'unico
sponsor era la Powerlog, consorzio legato alla Lega delle cooperative ed alla
Conf-cooperative, fallito quest'anno. Tale Consorzio contribuiva con 35.000
euro ma, dopo il tracollo, non ha versato la seconda tranche di 20.000 euro
per il 2008 e l'intero contributo per il 2009, per cui avevano sottoscritto
un’intesa. Se non arrivano soldi, il basket per i disabili (storico nella
nostra città) sparirà da Bologna.
La crisi economica rimbalza immediatamente sul mondo dello sport e finisce per
colpire, ovviamente, non le società blasonate ma le povere. Ma il problema
riguarda l’intera politica del Comune di Bologna, nei confronti delle società
sportive storiche, in questi ultimi 4 anni. Una politica indifferente
all’enorme valore sociale di questi sodalizi. Una politica che, con
atteggiamenti ingrati e sbagliati, ha messo sullo stesso piano l’impegno dei
volontari autorganizzati e le legittime ma poco solidaristiche aspirazioni
commerciali di altre società di recente costituzione. E il sindaco Cofferati,
anche al Quartiere Porto, ha detto “per me pari son”. Cioè ha messo sullo
stesso piano le società che sono un presidio sociale per i giovani,
individuando e seguendo elementi e gruppi a rischio di devianza e chi invece
gestisce gli impianti come un affare.
A parte la mancata valutazione dell’attività profusa nei bandi di gara, il
Comune di Bologna non ha riconosciuto tutte le opere realizzate da migliaia di
volontari, di atleti, di tecnici e di pensionati. Dopo aver “perso” gli
impianti sportivi gestiti per anni, costoro si sono trovati davanti
un’Amministrazione che ha negato tutte le opere di miglioramento, di
manutenzione e di ristrutturazione fatte dai Comitati di gestione. E adesso,
nelle aule giudiziarie di Bologna, pendono odiose controversie che le Società
sportive sono state costrette ad avviare.
Cause civili e una penale. Sono consapevole che ci sono state contrapposizioni
e personalizzazioni eccessive, ritengo, però, che tutta la vicenda sia molto
penosa. Perché, sia l’Assessore che io, conosciamo da anni la realtà
bolognese. Queste opere, negli impianti sportivi, sono sorte e cresciute, come
le Case del popolo del dopoguerra, grazie all’attività gratuita di artigiani,
operai, pensionati. Negli anni successivi le aziende cooperative regalavano
qualche camion di ghiaino o una giornata di camion-gru. Ma il grosso è fatto
con le braccia di nostri concittadini disinteressati. Che, oggi, rischiano
anche penalmente.
CHIEDO
Se il Comune di Bologna
ritiene fondamentale, per lo sviluppo dello sport per tutti e per la
partecipazione democratica dei cittadini, riattivare un rapporto positivo con
le Associazioni di Volontariato sociale, penalizzate dalle scelte
dell’Amministrazione, che hanno favorito sodalizi commerciali nella gestione
degli impianti sportivi;
Se il Comune di Bologna
ritiene che dopo i mancati pagamenti da parte del Presidente della Fortitudo,
verrà saldato dalla Società ogni debito con il credito sportivo, per evitare
che l’Amministrazione (che ne è garante) sia coinvolta in una vicenda
finanziaria che il magro bilancio bolognese non può permettersi;
Se il Comune di Bologna
è intenzionato a risolvere le controversie giudiziarie in corso con le Società
sportive “storiche”, escluse dalla gestioni degli impianti, senza alcun
riconoscimento degli interventi di manutenzione, miglioramento e
ristrutturazione fatti negli anni.
Serafino D’Onofrio