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Domanda di attualità  in  consiglio comunale del 6 novembre 2008


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Rassegna Stampa

LE POLISPORTIVE NON SONO ZONE FRANCHE - da "Resto del Carlino" del 6 novembre2008 <segue>(file pdf)

IL CASO PALADOZZA - SACRATI NON PAGA - rassegna stampa del 7 novembre 2008 <segue>

 

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I DEBITI D’ORO DI SACRATI E LE POLISPORTIVE SOCIALI, IN TRIBUNALE

Al Paladozza ci sono di nuovo problemi di debiti da parte del Gestore. Ancora, un privato che non paga il “pubblico”. L’imprenditore Sacrati si era accollato l’oneroso debito dei precedenti presidenti della Fortitudo. Il canone annuo è stato pagato. Ma, per il 2008, non sono state pagate le somme di cui la Società è debitrice al Credito Sportivo. Tali somme (circa 6 miliardi di euro), finalizzate alla realizzazione di interventi strutturali, rientrano in un debito contratto dai precedenti Presidenti, di cui il Comune dei Bologna, fideiussore, è garante. Da quando è subentrato Sacrati, nel Palazzetto dello sport sono state realizzate solo opere di manutenzione ma rimangono da fare altri interventi preventivati nella richiesta di prestito e per i quali la Società si è impegnata con l’Amministrazione proprietaria dell’impianto. Nell’aprile 2007, all’atto del subentro della gestione-Sacrati, denuncia la grave situazione debitoria del suo predecessore, che amava non pagare al Comune il canone d’affitto e che tralasciava anche le rate del mutuo con il credito Sportivo.

Siamo punto e d’accapo, dopo un anno e mezzo. Il Comune deve rispondere per un imprenditore che non mantiene o che non riesce a mantenere gli impegni. E si sente parlare di sdoppiamenti della società, di piani di rientro, di rinegoziazioni, da parte di una società di basket di élite, che gode di ricche sponsorizzazioni, ospita concerti ed eventi spettacolari, amministra diritti televisivi.

Parallelamente si sta concludendo, nel modo più triste, l’avventura di un’altra società di basket. La squadra Polisportiva Acacis - Circolo Dozza ATC ASD Sezione basket in carrozzina. Una sezione del Circolo da quasi 5 anni. Con 2 squadre: una di minibasket che partecipa al suo campionato con trasferte anche in Centro Italia e quella dei più grandi che partecipa (dallo scorso anno) al campionato di serie B. E’ comprensibile che i costi di tali attività siano consistenti, per trasporto ed alloggio. Da circa tre anni, l'unico sponsor era la Powerlog, consorzio legato alla Lega delle cooperative ed alla Conf-cooperative, fallito quest'anno. Tale Consorzio contribuiva con 35.000 euro ma, dopo il tracollo, non ha versato la seconda tranche di 20.000 euro per il 2008 e l'intero contributo per il 2009, per cui avevano sottoscritto un’intesa. Se non arrivano soldi, il basket per i disabili (storico nella nostra città) sparirà da Bologna.
 


La crisi economica rimbalza immediatamente sul mondo dello sport e finisce per colpire, ovviamente, non le società blasonate ma le povere. Ma il problema riguarda l’intera politica del Comune di Bologna, nei confronti delle società sportive storiche, in questi ultimi 4 anni. Una politica indifferente all’enorme valore sociale di questi sodalizi. Una politica che, con atteggiamenti ingrati e sbagliati, ha messo sullo stesso piano l’impegno dei volontari autorganizzati e le legittime ma poco solidaristiche aspirazioni commerciali di altre società di recente costituzione. E il sindaco Cofferati, anche al Quartiere Porto, ha detto “per me pari son”. Cioè ha messo sullo stesso piano le società che sono un presidio sociale per i giovani, individuando e seguendo elementi e gruppi a rischio di devianza e chi invece gestisce gli impianti come un affare.

A parte la mancata valutazione dell’attività profusa nei bandi di gara, il Comune di Bologna non ha riconosciuto tutte le opere realizzate da migliaia di volontari, di atleti, di tecnici e di pensionati. Dopo aver “perso” gli impianti sportivi gestiti per anni, costoro si sono trovati davanti un’Amministrazione che ha negato tutte le opere di miglioramento, di manutenzione e di ristrutturazione fatte dai Comitati di gestione. E adesso, nelle aule giudiziarie di Bologna, pendono odiose controversie che le Società sportive sono state costrette ad avviare.

Cause civili e una penale. Sono consapevole che ci sono state contrapposizioni e personalizzazioni eccessive, ritengo, però, che tutta la vicenda sia molto penosa. Perché, sia l’Assessore che io, conosciamo da anni la realtà bolognese. Queste opere, negli impianti sportivi, sono sorte e cresciute, come le Case del popolo del dopoguerra, grazie all’attività gratuita di artigiani, operai, pensionati. Negli anni successivi le aziende cooperative regalavano qualche camion di ghiaino o una giornata di camion-gru. Ma il grosso è fatto con le braccia di nostri concittadini disinteressati. Che, oggi, rischiano anche penalmente.


CHIEDO

Se il Comune di Bologna ritiene fondamentale, per lo sviluppo dello sport per tutti e per la partecipazione democratica dei cittadini, riattivare un rapporto positivo con le Associazioni di Volontariato sociale, penalizzate dalle scelte dell’Amministrazione, che hanno favorito sodalizi commerciali nella gestione degli impianti sportivi;

Se il Comune di Bologna ritiene che dopo i mancati pagamenti da parte del Presidente della Fortitudo, verrà saldato dalla Società ogni debito con il credito sportivo, per evitare che l’Amministrazione (che ne è garante) sia coinvolta in una vicenda finanziaria che il magro bilancio bolognese non può permettersi;

Se il Comune di Bologna è intenzionato a risolvere le controversie giudiziarie in corso con le Società sportive “storiche”, escluse dalla gestioni degli impianti, senza alcun riconoscimento degli interventi di manutenzione, miglioramento e ristrutturazione fatti negli anni.


Serafino D’Onofrio