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una scelta di campo (biologico?) - di Serafino D'Onofrio e Roberto Panzacchi - 22 settembre 2008

 

 

Rassegna Stampa

La lista Monteventi-Bifo: "Una vita lenta e fantasiosa" - da "Il Resto del Carlino" del 20 settembre 2008 (file pdf)

Frate Fusco: "Qui a Ronzano si fa gia'" - da "Corriere di Bologna" del 20 settembre 2008 (file pdf)

La svolta di Bifo: "Aprite le chiese" - da "Corriere di Bologna" del 20 settembre 2008 (file pdf)

Scende in campo anche la lista dei Cento Sindaci  - da il "Bologna" del 20 settembre 2008 (file pdf)

Bifo-Monteventi, ticket di lotta - da "Repubblica" ed Bo del 20 settembre 2008 (file pdf)

Bologna citta' libera" anche da Cofferati  - da "Liberazione" del 20 settembre 2008 (file pdf)

Ora e sempre residenza", la lista di Bifo sfida Cofferati  -  da "Il Manifesto" del 20 settembre 2008 (file pdf)

Diamo ai giovani l'assessorato alla notte per autogestirsi - da "Repubblica" ed Bo del 23 settembre 2008 (file pdf)

Il valore del riscio' e l'incursione' dadaista -  da "Corriere di Bologna" del 23 settembre 2008 (file pdf)

Bifo e Monteventi sfidano Bologna  - da "Il Manifesto" del 23 settembre 2008 (file pdf)

 

 

 

 

 

 

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BOLOGNA CITTA' LIBERA

Forse avrete sentito parlare del progetto in cui abbiamo deciso di
impegnarci nei prossimi mesi. Chiamiamolo progetto Bologna città libera, tanto per
intenderci.

Forse avrete visto i documenti che abbiamo fatto circolare in rete prima
dell'estate:

INQUINAMENTO ZERO - IGNORANZA ZERO
IZ 2: MISSION IMPOSSIBLE?
http://www.zic.it/zic/articles/art_2738.html

IZ 2 INQUINAMENTO ZERO - IGNORANZA ZERO
PRIMI SEGNALI PER IL BYE BYE A COFFERATI
http://www.zic.it/zic/articles/art_2713.html

Forse avete sentito parlare delle due assemblee che si sono tenute in
giugno, affollate, con un numero considerevole di interventi (14 nella
prima assemblea, 13 nella seconda) tutti documentati, precisi, concreti,
progettualmente motivati, e soprattutto lontani dalla depressione dominante
negli ultimi mesi.

Quella che era stata una proposta di due persone (Franco Berardi Bifo e
Valerio Monteventi), vorremmo diventasse un progetto collettivo e condiviso
per ingegnarsi verso una “Bologna città libera”.

In una ASSEMBLEA PUBBLICA
che si terrà alla
Sala del Baraccano, in via Santo Stefano 119
Martedì 23 settembre 2008, alle ore 21
lanceremo la proposta di una
lista cittadina alle elezioni amministrative del 2009.

Sarà la “lista dei cento sindaci”, delle cento e più persone che si
impegneranno a sostenere un progetto di resistenza umana e a elaborarne le
sue articolazioni in città. Sono mesi che a Bologna sentiamo solo parlare
di candidati sindaci, di primarie, di schieramenti, ma di uno straccio di
progetto, di un’idea di città nemmeno l’ombra.

Noi, invece, vogliamo parlare del governo della città, su quali progetti
fondarlo, con quali intelligenze sostenerlo.
La nostra campagna elettorale sarà centrata sui progetti e sui piani di
lavoro per renderli tangibili. Non faremo una campagna "politica" ma una
campagna progettuale. Attraverso progetti concreti o metaforici cercheremo
di delineare un'ipotesi di città vivibile, umana, solidale, e, soprattutto,
possibile.
Durante tutto il tempo della campagna elettorale le nostre candidate e i
nostri candidati andranno nelle piazze, nei quartieri, nei centri civici,
nei luoghi di lavoro o di studio, negli spazi di aggregazione sociale o in
qualsiasi altro luogo dove sia utile presentare il loro progetto.

Se abbiamo deciso di lanciare questa sfida, è perché crediamo ci siano
delle ragioni forti.
Una è quasi banale, e si chiama SERGIO GAETANO COFFERATI.
Il modo in cui l’ex sindacalista di Cremona ha svolto la sua funzione di
sindaco di Bologna e come il suo partito (il PD) ha fatto quadrato attorno
alle sue scelte è talmente offensivo per l'intelligenza e per il vivere
civile che ci sentiremmo moralmente macchiati se non facessimo tutto quello
che umanamente è possibile per liberare la città dallo “sceriffo padano” e
dai suoi pard.
Ma il malumore, il fastidio e il disgusto da soli non sarebbero bastati a
spingerci ad intraprendere un'azione che occuperà buona parte del nostro
tempo nei prossimi nove mesi.

C'è un'altra ragione, più grande, che mi motiva, e soprattutto di questa
vogliamo parlare.
Quest'altra ragione sta nello spegnimento della civiltà sociale, della
solidarietà umana e della vita intelligente.
Non c'è bisogno di disegnare qui il quadro della devastazione cui il
neoliberismo ha sottoposto la società e la nostra stessa vita, non c'è
bisogno che vi raccontiamo quale miseria materiale, psichica ed
esistenziale si stia diffondendo nella vita quotidiana di tutti e
soprattutto dell'ultima generazione.
Lavoriamo nelle fabbriche, lavoriamo nelle aule scolastiche, lavoriamo
negli uffici delle Poste dove il lavoro è raddoppiato da quando le Poste
sono state privatizzate. Lavoriamo nelle ferrovie, dove i treni arrivano in
ritardo e cascano a pezzi perché un governo dopo l'altro hanno favorito la
motorizzazione privata e l'alta velocità e distrutto il sistema ferroviario
che serve pendolari e gente comune. Lavoriamo in condizioni precarie, siamo
i più malpagati d'Europa, il salario non basta neppure per arrivare alla
seconda settimana, e Berlusconi, Brunetta, Tremonti, La Russa, Montezemolo
e Marcegaglia ci chiamano fannulloni.
Sappiamo quanto sia diffusa l'idea (o forse solo la sensazione) che non ci
sia nulla da fare di fronte all'incedere di un'aggressione immane che ha le
forme della guerra, della militarizzazione, del razzismo di massa.
Conosciamo la delusione e l’avvillimento prodotto dal governo Prodi e come
questi sentimenti abbiano aperto la strada al razzismo della Lega, al
neo(post)fascismo di Alemanno e al populismo di Berlusconi.
Anche noi proviamo quella sensazione: a volte siamo molto vicini a credere
che le forze della devastazione ambientale, psichica e militare siano ormai
enormemente più grandi delle forze della ragionevolezza.

Ora voi direte: ma che c'entra una campagna per elezioni amministrative in
una città di medie dimensioni che si chiama Bologna con la guerra e la
miseria e la devastazione ambientale?
Ecco, questo è il punto.
La nostra avventura di “liberare Bologna” mira a farla diventare un luogo
di sperimentazione di progetti per il “bene comune”.
La città in cui operiamo, d'altronde, ha una storia particolare da almeno
nove secoli, e nel Novecento ha avuto a più riprese un ruolo di laboratorio
culturale e politico. Vogliamo fare di questa iniziativa il punto d'inizio
di una storia nuova.
Non ci proponiamo di entrare nelle beghe dell'agonia della sinistra, né ci
proponiamo di partecipare ad eventuali trattative pre o post elettorali.
Non puntiamo a ottenere un buon risultato di minoranza, né a creare una
consistente forza di opposizione.
Noi vogliamo progettare soluzioni umane per le donne e gli uomini, giovani
e anziani, che vivono nella nostra città, soprattutto quelli più deboli e
meno tutelati.
Noi vogliamo produrre risultati materiali, politici, culturali, associativi
e progettuali utili per la buona vita dei bolognesi. Puntiamo a fare del
Comune di Bologna una zona di resistenza umana contro la barbarie, fuori
dalla barbarie.
Per i nove mesi della campagna elettorale agiremo e parleremo come se
dovessimo effettivamente governare. Nove mesi durante i quali gente come
te, come me e come tanti nostri amici intelligenti, agisca parli e progetti
come se dovesse poi davvero governare.
Sapete cosa può accadere alla fine? Può accadere che otteniamo veramente la
maggioranza dei voti dei bolognesi.
Perché saremo stati in grado di scompaginare l’attuale geografia politica e
di produrre l’unico fatto nuovo nel deprimente panorama odierno.
Sappiamo che se dicessimo “noi vogliamo vincere le elezioni nella città di
Bologna”, in molti sorriderebbero e, naturalmente, lo faremmo anche noi
(non siamo così ingenui come fingiamo di essere).
Ma stateci ad ascoltare: noi intendiamo esprimere il sindaco e la giunta
che governerà Bologna, perché non ci basta piantare una bandierina che
certifichi la nostra triste esistenza, mentre gli “altri che fanno sul
serio” decidono per noi.
Noi non ci rassegniamo alla robaccia che ci possono proponinare Cofferati o
Guazzaloca… abbiamo già visto!… abbiamo già dato!

Qualcuno dice: che ci volete fare? Sono troppo forti, hanno tutto il potere
politico, tutto il potere economico e tutto il potere mediatico. Vi
schiacceranno come scarafaggi. Dovete rassegnarvi: dovete stare all’interno
del Binomio (PD+L – PD-L) altrimenti sarete eliminati, sparirete.

PUÒ DARSI PERÒ NON È DETTO

Talvolta capita che una parola nuova risvegli coloro che vivono in stato di
ipnosi.
Talvolta capita che un gruppo di cittadini, in un posto qualunque, magari
in una città che si chiama Bologna, compiano un gesto che dà inizio a
un’altra storia.
Talvolta capita che qualcuno dica, con sorriso tranquillo: adesso basta.
Adesso basta trattarci come coglioni, basta insultarci mentre ci sfruttate,
basta con la quotidiana litania degli omicidi sul lavoro, basta con partiti
che fingono di essere diversi e impongono gli stessi dogmi e producono la
stessa miseria.
Ora prendiamo in mano il nostro futuro. Non crediamo più nei dogmi della
crescita e del profitto, cerchiamo soluzioni nuove per rendere la vita
degna di essere vissuta.
Ora agiremo come se fossimo padroni della nostra vita, perché l’esperimento
che oggi cominciamo apra orizzonti nuovi non solo in questa città, ma anche
per tutti coloro che sono alla ricerca di un orizzonte umano.